“Chierichetti che ballano e cantano e seminano monnezza in ogni dove”. Con queste parole vengono definiti i milioni di pellegrini che hanno partecipato al Giubileo dei Giovani, a Roma. E chi usa queste parole – in un post sui social, con la sfrontatezza di chi evidentemente si sente intoccabile e crede di avere la ragione tra le mani - รจ una persona delegata per conto del Comune di Pontedera alle “politiche per la pace”.
Una dipendente pagata coi soldi dei cittadini per “favorire la pace”, come riportato sul sito del Comune, che scredita e denigra milioni di ragazzi che si sono riuniti per chiedere la pace. Non รจ normale. Non รจ accettabile. Non รจ ammissibile. Non รจ giustificabile.
Il post – «Dopo ‘sta settimana di chierichetti che ballano e cantano e seminano monnezza in ogni dove non voglio piรน sentire un fiato che sia uno sul Pride» – non รจ solo una caduta di stile: รจ una dichiarazione grave, profondamente irrispettosa e carica di un pregiudizio che stride con il ruolo ricoperto da chi l’ha pronunciata.
A scriverlo, infatti, รจ una dipendente del settore Pnrr-Cultura del Comune di Pontedera. Non si tratta di un'opinione qualunque, espressa da una cittadina qualunque. Parliamo di una dipendente del Comune che, come si legge sul sito istituzionale, ha tra le sue funzioni la "Cooperazione internazionale e politiche per la pace", oltre al “coordinamento di misure ed azioni a sostegno e supporto del tessuto culturale di Pontedera”, il “sostegno alle associazioni locali con finalitร culturali” e la “gestione e valorizzazione dei beni culturali”. Parliamo, in sostanza, di una figura che dovrebbe rappresentare un riferimento per la promozione della cultura cittadina, del rispetto delle diversitร , della convivenza pacifica e del dialogo.
ร allora legittimo domandarsi quale idea di cultura si intenda portare avanti se un evento che ha coinvolto milioni di giovani, provenienti da tutto il mondo, in un incontro all’insegna della spiritualitร , della gioia e – soprattutto – della pace, viene liquidato con disprezzo e sarcasmo. ร legittimo domandarsi se chi si occupa delle politiche per la cultura e per la pace del nostro Comune possa permettersi pubblicamente di screditare in questi termini un’intera comunitร di credenti e un evento che ha avuto come tema la speranza e il futuro dei giovani. Va bene cosรฌ? Veramente รจ tutto normale?
Il Giubileo dei Giovani รจ stato un momento alto di partecipazione collettiva, che ha coinvolto credenti e non credenti, ragazzi e ragazze desiderosi di sentirsi parte di qualcosa di piรน grande, animati dalla volontร di costruire un mondo piรน giusto, piรน umano, piรน pacifico. Deridere questa esperienza, in nome di una sterile contrapposizione ideologica, non รจ solo inopportuno: รจ profondamente sbagliato.
L’auspicio รจ che l’amministrazione comunale intervenga con chiarezza, perchรฉ simili affermazioni non sono compatibili con il ruolo di chi lavora a diretto contatto con il mondo della cultura, dell’associazionismo e delle politiche di pace. Non si puรฒ parlare di inclusione, dialogo e rispetto se poi si legittimano, nel silenzio, toni sprezzanti e divisivi. Pontedera merita una cultura alta, inclusiva e rispettosa di tutti.
MATTEO BAGNOLI
CAPOGRUPPO CONSILIARE
FDI PONTEDERA
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