Il centrodestra toscano presenta il ricorso contro la legge regionale sul fine vita

 Il centrodestra in Consiglio regionale della Toscana ha presentato ricorso al collegio di garanzia statuaria per la verifica di conformità, rispetto allo statuto della Regione, della legge sul suicidio medicalmente assistito, approvata nei giorni scorsi. Lo hanno annunciato i capigruppo di Forza Italia, Marco Stella, di Lega, Elena Meini e di FdI, Vittorio Fantozzi.   Il collegio di garanzia ha fino a 30 giorni di tempo per esprimersi: durante questo lasso di tempo la legge non può essere promulgata. 


L’approvazione della legge toscana, la prima in assoluto in Italia,  era avvenuta due giorni fa con 27 voti  favorevoli di esponenti di PD, Cinque stelle e Italia Viva e 13 voti contrari del centrodestra, nessun astenuto e un solo consigliere che non si è espresso. La legge regola i requisiti, la procedura , i tempi e le modalità per accedere al suicidio assistito, ci vorranno infatti 50 giorni dalla presentazione della domanda fino all'esecuzione dell'iniezione letale. I requisiti, come individuati dalla sentenza n. 242/2019 della Consulta devono sussistere in contemporanea, sono :la patologia irreversibile, la presenza di sofferenze fisiche o psicologiche che il paziente reputa intollerabili, la dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale e la capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli.


Tutto era partito dall’iniziativa popolare “Liberi Subito” sostenuta dall’Associazione Coscioni, che ha raccolto 10 mila firme, cavalcando la sentenza n. 242/2019 con la quale la Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittimo il divieto in vigore invitando il Parlamento a regolare la materia e dettando i requisiti per l’accesso al suicidio assistito. Con la sentenza 135/2024, la stessa Consulta aveva poi precisato che la nozione di trattamenti di sostegno vitale, le condizioni e le modalità di esecuzione dovessero essere verificate da strutture pubbliche del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente. La stessa sentenza aveva lanciato un appello perché venisse garantita a tutti i pazienti una effettiva possibilità di accesso alle cure palliative appropriate per controllare la loro sofferenza, come previsto dalla Legge 38/2010. Nel Veneto una legge analoga non è stata approvata e la regione Lombardia ha persino evitato di discuterla.


La legge è stata fortemente osteggiata dalla Chiesa tanto che il presidente della Conferenza Episcopale Toscana, Il cardinale Augusto Paolo Lojudice, alla notizia dell'approvazione aveva così commentato: "E' una grande sconfitta per tutti"

RAINEWS.IT



Commenti