LIVORNO - OSPEDALINO AL PARTERRE: IN ARRIVO UN RICORSO?


ECCO I PUNTI DELL’ITER DEL PROGETTO

CHE POTREBBERO ESSERE CONTESTATI

In arrivo un ricorso contro la scelta del progetto dello studio RossiProdi per l’ospedalino di Livorno che si mangerà un pezzo del parco pubblico Pertini/Parterre? Secondo voci negli ambienti professionali toscani, uno o più degli studi che hanno preso parte al concorso di progettazione bandito dall’Asl nord-ovest si appresterebbero a presentare appello nonostante abbiano avuto consistenti premi di consolazione per aver partecipato. Le ricompense sono cinque e vanno dal milione di euro per il vincitore a 50mila euro per il quinto classificato. Vediamo le perplessità su cui potrebbero basarsi i ricorrenti.

 Che le cose non sarebbe filate lisce si era intuito anche prima di conoscere lo studio che si è assicurato la gestione progettuale dell’opera che viaggia intorno ai 200 milioni. L’architetto Leonardo Bertelli aveva anticipato le presunte magagne del concorso in un dettagliato documento presentato alcuni giorni prima che fosse reso noto il vincitore. Si definisce “inquietante” l’anomalia che lo studio di fattibilità che già prevedeva la demolizione dei quattro edifici “nuovi” e funzionanti (per un volume di 114.850 e un valore di 35-40 milioni di euro) e l’abbandono di tutta la parte storica degli Spedali riuniti ad un destino ancora ignoto fosse presente sul sito del Comune già il 14 aprile 2020 quando l’incarico dello studio di prefattibilità non era ancora stato assegnato.  Questo infatti, che avrebbe dovuto essere la prima pietra della fase progettuale del nuovo ospedale, è stato affidato dall’Asl  con la delibera numero 337 del 14 maggio 2020: quindi un mese dopo. Ed è stato incaricato lo studio Moma di Firenze che ha chiesto la collaborazione dello studio fiorentino RossiProdi, associato – ricorda Leonardo Bertelli - all’architetto Silvia Viviani nella progettazione dell’ex ospedale militare di via San Gallo a Firenze. La signora Viviani è l’assessore all’Urbanistica del Comune di Livorno. Quindi un mese prima dell’affidamento lo studio di prefattibilità era già stato redatto definendo “quantità, dislocazione di spazi ed attrezzature, distribuzione e percorsi nonché demolizioni, occupazioni di edifici pubblici ed ubicazione dell’ospedale stesso”. E pure con ubicazione, forma e dimensioni del tutto diverse rispetto all’accordo del 12 dicembre 2019 tra ASL, Comune e Regione. Non risulta chiaro chi possa aver dato le indicazioni progettuali e in quale modo.

 L’incarico allo studio, che ha poi vinto il concorso, è stato affidato senza gara né selezione usando una legge del 2016 che lo consente per compensi netti inferiori a 40mila euro. Infatti l’emolumento è stato di 39.800 euro e nella delibera non si fa cenno alle modalità e ai motivi della scelta proprio di tale studio.

 Questo studio di prefattibilità, nonostante fosse in contrasto con gli strumenti urbanistici allora vigenti (il nuovo Piano strutturale è stato approvato solo il 13 luglio 2023), ha costituito il cardine su cui ha viaggiato fino a poche settimane fa l’iter del nuovo ospedale. Secondo l’architetto Bertelli è il modus operandi, già sperimentato a Firenze dall’assessore Viviani, dell’”urbanistica a posteriori”: cioè prima si approva un progetto e poi si modificano le indicazioni territoriali che non lo prevedono. E su questa linea del “tu vai avanti che poi si aggiusta” il 16 dicembre 2021, in presunto contrasto con gli strumenti urbanistici, viene indetto dall’Asl il concorso di progettazione del nuovo ospedale con una serie di indicazioni (realizzazione del nuovo tunnel di collegamento, demolizione di diversi edifici per l’ampliamento del Parco Pertini fino a via Gramsci, nuova viabilità conseguente alla riconversione urbanistica) in contrasto con la pianificazione in quel momento vigente. E resta non risolto il problema dei parcheggi: la volumetria del nuovo ospedale è tale (285mila metri cubi) da necessitare per legge di 28.500 metri quadri di posti auto e viabilità dedicata mentre il progetto ne prevede solo un terzo, cioè 9.600 metri.

 La parte finale del documento di Bertelli, che è stato scritto come detto prima della proclamazione del vincitore, aveva anticipato tre ipotesi sull’esito del concorso:

1) il progetto sarà assai simile a quello del 14 aprile 2020, rispettando il bando, ed i progettisti saranno gli stessi o loro collaboratori, gettando perplessità sulla operatività della commissione giudicatrice;

2) il progetto sarà assai diverso da quello fino a oggi mostrato, non rispettando il bando, aprendo contenziosi tra progettisti rispettosi e non rispettosi;

3) il progetto sarà assai simile a quello del 2020 rispettando il bando ma redatto da progettisti “lontani” da quelli di allora, sollevando questioni di proprietà intellettuale.

 Come si è visto si è verificata l’ipotesi numero 1): il primo studio professionale incaricato il 14 aprile 2020, senza gara né selezione, è quello che è stato scelto per il progetto finale di un’opera da 200 milioni di euro.

Vedremo presto se l’esito del concorso verrà contestato, in quali sedi e da chi.

Nella foto: la pista di pattinaggio e una parte del Parterre-Parco Pertini dove è stato previsto l’ospedalino.

ALESSANDRO BARABINO

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