Livorno : a proposito di rischio idraulico e rio Maggiore, riepiloghiamo


1. Il ponte di via dell’Ardenza al cimitero della Misericordia, proprio quello che fu il responsabile principale dell’esondazione del 2017 formando una barriera, fa sempre bella mostra di sé, ora come allora.

2. Nel  frattempo, ampie superfici nella zona del Levante sono state ulteriormente edificate e impermeabilizzate, con riduzione della capacità d’infiltrazione naturale dei terreni. 

E tanti altri lotti lo saranno, in virtù degli astuti escamotage amministrativi con cui il Comune e Fremura hanno risuscitato - nella sua integralità - il Piano attuativo scaduto. 

Piuttosto che riconsiderarlo, con una ripianificazione che riducesse gli impatti alla luce della tragedia che s’è abbattuta sulla città.

3. Il cosiddetto stombamento del tratto finale del rio, dopo aver determinato la rovina paesaggistica e igienica d’un quartiere tranquillo che non se lo meritava, s’è convertito in un assurdo paradosso.

Ammettendo che la copertura rappresenti un tappo al deflusso di piena, ebbene, il risultato - a oggi - è soltanto lo spostamento dell'imboccatura in aree urbane ancora più delicate e pericolose, nel bel mezzo delle residenze. 

(come a dire: il danno e la beffa)

Né pare fattibile quella cervellotica ipotesi del canale parallelo scolmatore, che metterebbe a soqquadro l’intera città (e l'Accademia Navale), con costi spaventosi.

Conclusioni: speriamo che non piova forte.

VITO BORRELLI

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