Mancato approccio giudiziario sull' alluvione del 2017 a Livorno

 La Procura di Prato ha chiuso le indagini sull'alluvione del novembre 2023, depositando undici richieste di rinvio a giudizio per reati di omicidio colposo e disastro colposo. Tra gli indagati figurano l'ex sindaco di Prato Matteo Biffoni e l'attuale sindaco di Montemurlo Simone Calamai. 

I reati contestati riguardano presunte responsabilità nella mancata prevenzione che avrebbero aggravato gli eventi calamitosi che causarono due vittime e ingenti danni. 

Ecco l’approccio giudiziario che è mancato a Livorno.

Perché le conseguenze tragiche delle esondazioni si producono a causa di fattori agenti su due piani diversi: la gestione dissennata del territorio che non s'occupa della prevenzione e la condotta posta in essere durante la fase emergenziale.

Purtroppo, il Tribunale livornese ha tenuto conto solo delle presunte carenze organizzative in fase di allerta, e Nogarin è diventato il comodo capro espiatorio.

Durante la vicenda giudiziaria, non sono state indagate quelle edificazioni consentite in aree a forte rischio.

Non sono stati considerati gli effetti deleteri d’alcune operazioni urbanistiche che hanno trasformato piane e bacini alluvionabili in quartieri e centri commerciali impermeabilizzati, aggravando l'esposizione della città.

Né è stata riconosciuta l’inadeguatezza delle opere compensative ai fini della protezione del territorio e l'accumulo delle acque di piena.

A causa d'un'analisi così parziale, dall’alluvione del 2017 non sono stati tratti dunque, a Livorno, tutti gli opportuni insegnamenti.

E l’insegnamento mancato ha prodotto un nuovo Piano urbanistico che mostra l’incredibile continuità rispetto alle logiche del passato.

VITO BORRELLI


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