Degrado inaccettabile nelle aree del Parco di Migliarino San Rossore

 C'era una volta una pineta dove potevi andare a frescheggiare in tutta tranquillità, dove anche i ragazzini potevano avventurarsi senza troppi rischi e dove gli anziani si ritrovavano tra una partita a bocce al pallaio in fondo alla via Venezia. C'era una volta, e c'è ancora, la chiesina di Padre Pio nella "macchia" che i torrelaghesi da sempre sentono "loro", nonostante amministrativamente tutto sia in capo alla lontana Vecchiano.

Con Gabriele e altri ci siamo addentrati nella macchia di oggi, il mantello che copre una piazza di spaccio che oramai non si nasconde neanche più e anzi, si allunga tranquillamente in paese, in pieno giorno. E in quello che dovrebbe essere un Parco naturale troviamo carcasse di motorini e biciclette, cumuli di rifiuti di ogni genere, piccoli accampamenti. Un pugno nello stomaco (e per pochi, una pugnalata al cuore).

Dopo tanti anni di appelli e allarmi mi sono convinto che non sia tanto una questione di incapacità, ma peggio, di volontà che le cose restino così. Già, la volontà, quella che oramai manca a tanti noi cittadini, che ci limitiamo ai social salvo poi tentennare quando c'è da scendere in strada, cosa che invece quelli di una volta avrebbero fatto senza troppi discorsi, con un trattamento "equo" tra domanda e offerta. Altri tempi, è vero, oggi è più complicato, ma anche altro spirito.

La volontà - e lo spirito - che probabilmente sono mancate (e continuano a mancare) nel corso degli anni a chi aveva in mano gli strumenti e l'autorità per estirpare questo cancro.

Si parla tanto di ambiente, di Parco e poi si chiudono gli occhi su questo schifo.

Si parla tanto di sicurezza e poi si permette che una situazione del genere prosegua per anni, che una parte di territorio sia ostaggio di questa situazione.

ALBERTO PARDINI




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