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Livorno : " reazione disperata da parte dei potentati locali che non vogliono perdere i propri tradizionali privilegi "
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La crociata del Tirreno contro la società Grimaldi prosegue, pur se con maggiori cautele. Le minacce di azioni legali pare che abbiano reso il quotidiano locale meno garoso.
Attacchi condotti con un livore pari soltanto all'ardore mistico accordato alla cordata Aponte-Neri-Lorenzini.
Non cambia invece l’indeterminatezza delle fonti da cui attinge le critiche al gruppo napoletano. Se due giorni fa a esprimersi era un fumoso “cluster portuale”, oggi è indicata un’altrettanto vaga “radio banchina”: insomma non riusciamo a intravedere chi siano i personaggi incappucciati che tirano le fila della vivace querelle.
O forse lo si capisce molto bene.
Il legame in chiaro, più autorevole, che il Tirreno vanta scopertamente è comunque il Sindaco di Livorno, e oggi si avvale delle sue sconclusionate dichiarazioni in Consiglio comunale. C’è da sperare che non siano state attuate dal Comune forme improprie di sollecitazione.
Vale tuttavia la pena di sottolineare la gravità della campagna mediatica posta in atto dal giornale, e le azzardate accuse sintetizzate dal titolo “La guerra di Grimaldi danneggerà Livorno”.
Una proposta commerciale bollata come atto di guerra e il giudizio apodittico che essa procurerà danni alla città, in quanto possibile ostacolo ai traffici.
C’è di che rischiare cospicui risarcimenti per il pregiudizio economico e morale procurato.
Insomma, un comportamento così squilibrato, così scomposto, da apparire come il segnale d'una reazione disperata - d’una parte di città - alla perdita dei suoi tradizionali privilegi.
VITO BORRELLI
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