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La voglia di mistificazione non ha limiti; ma chi glielo fa fare al Tirreno, visto che non ne azzecca una?
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Nel tentativo di “inzaccherare” la nomina del nuovo Presidente dell’Autorità portuale, ne attribuisce la paternità a Salvini che, lo sappiamo, non gode della simpatia dei livornesi.
Ma sostiene una falsità: l’esigenza di cambiamento è stata espressa soprattutto da larghi settori del piddì, a cominciare dal partito nazionale, quello regionale e dalla zona piombinese. E da alcune rappresentanze sindacali.
(sulla vicenda, infatti, abbiamo rilevato l’incredibile silenzio tombale delle altre forze politiche)
Un’esigenza, peraltro, condivisa dalle persone oneste d’intelletto, che constatano i ritardi inammissibili d’ogni progetto annunciato, un'inconcludenza che ha condotto la città allo sfinimento, alla compromissione delle speranze di rilancio.
Hai voglia tu d’organizzare una campagna a favore di Guerrieri, reclutando alcuni personaggi staccati dall’album delle figurine!
Assistiamo, dunque, all'ennesima conferma che Livorno rappresenta una singolare anomalia nella realtà toscana e italiana.
Vive nella bolla antistorica della tradizionale alleanza politico-affaristica locale, quella che si nutre di privilegi protezionismi e saccheggi e ha condannato la città all'irrilevanza.
Un sistema di predominio che sfugge alle logiche politiche, e adotta - come unico interesse strategico - la conservazione del potere.
Alimentando un piddì geneticamente modificato, condizionando le scelte nelle Amministrazioni, dettando la linea all’informazione.
Ma è una cupola così rinserrata nei suoi confini territoriali da non accorgersi che un ciclone sta arrivando e la travolgerà.
VITO BORRELLI

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