IL BALUARDO DELLA LEGALITA' A LIVORNO di Vito Borrelli

 Povero SuperPrefetto Dionisi, quanti casini deve prendersi in collo, tutti combinati dai satrapelli labronici Guerrieri&Salvetti!

Ieri, al tavolo che ha convocato sulla guerra dei cantieri in porto, ha rivolto loro un nuovo cazziatone, e non solo.

Ha fatto il ripasso d’Amministrazione pubblica, ha evidenziato i criteri d’assennatezza politica, ha sottolineato i sacri principi dell’imparzialità amministrativa, ha suggerito le tecniche procedimentali della condivisione e della cooperazione.

Ha, insomma, fatto da guida alla coppia briccona, nell’esplorazione della dimensione astrale del BuonGoverno, con una lectio magistralis memorabile.

“La crescita delle imprese della nautica -  ha sostenuto - avvenga in un quadro di sviluppo sostenibile, equilibrato e rispettoso delle esigenze di tutti gli attori coinvolti. Si garantisca che il settore nautico non diventi terreno di scontro tra interessi particolari, ma piuttosto un motore di sviluppo diversificato, in cui possano operare imprese di diversa natura, con opportunità per tutti. La crescita avvenga in un quadro normativo chiaro, con controlli adeguati e con il coinvolgimento attivo delle parti sociali, costruendo un piano di sviluppo equo, in cui sia tutelato l'interesse collettivo.”

Parole esemplari.

Nell’occasione, meno esemplare, a dire il vero, m'è parsa la figura ambivalente di Piero Neri. Di cui non è mai chiaro, nelle occasioni istituzionali, se interpreti il ruolo di Presidente di Confindustria ovvero quello di se stesso, l'imprenditore privato.

Ieri, secondo quanto riporta il Tirreno, ha voluto precisare quel che dovesse ascriversi a ognuna della due essenze che coesistono in lui: a un certo punto s’è metaforicamente tolto il cappello dell'Associazione e ha fatto le considerazioni per conto dei 'Fratelli Neri'.

Il pulsante di selezione risulta, tuttavia, piuttosto difettoso, tanto che agli altri resta assai difficile il discernimento.

VITO BORRELLI


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