Il gruppo bancario MPS tenta la scalata a Mediobanca

 Mps tenta la scalata a Mediobanca

Operazione da 13,3 miliardi di euro. Lovaglio: "Puntiamo a un nuovo campione nazionale". Il 17 aprile l'assemblea dei soci deve varare un aumento di capitale a servizio dell'operazione, che dovrebbe concludersi entro il terzo trimestre dell'anno

 09:25

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Terremoto nel mondo bancario italiano. Mps, l'istituto di credito per il quale negli ultimi anni si sono concentrati gli sforzi per il suo salvataggio, con un colpo a sorpresa tenta la scalata a Mediobanca, primo azionista di Generali con il 13,5%. L'istituto senese ha lanciato un'offerta pubblica di scambio su Piazzetta Cuccia da 13,3 miliardi di euro. L'operazione prevede che il Monte dei Paschi di Siena offra agli azionisti di Mediobanca 2,3 azioni Mps di nuova emissione per ciascuna azione di Mediobanca, per un prezzo implicito pari a 15,992 euro per azione, che riconosce un premio del 5,03% rispetto al prezzo della chiusura di Borsa del 23 gennaio. Mediobanca giudica l'operazione "non concordata" e dunque "ostile", per cui si presuppone che mettera' in campo un serie di azioni per ostacolare il progetto. Progetto che, nelle intenzioni del management senese, ha l'obiettivo di creare un nuovo campione nazionale nel settore bancario italiano, che si posiziona al terzo posto nei segmenti di business chiave, attraverso la combinazione industriale di due dei principali player del settore: Mps nel retail commercial banking e Mediobanca nel wealth management corporate investment banking e credito al consumo. La business combination, sempre secondo Mps, consentira' di ampliare l'offerta di prodotti e servizi e rafforzare la capacita' di sostenere investimenti, "attraverso un modello bancario sinergico e facendo leva sui punti di forza, le competenze distintive e l'eccellente capitale umano delle due organizzazioni". 


 Mps prevede che un'assemblea dei soci convocata per il prossimo 17 aprile vari un aumento di capitale a servizio dell'operazione, che dovrebbe concludersi entro il terzo trimestre dell'anno, momento in cui si procederà anche al delisting di Mediobanca da Piazza Affari. L'offerta è subordinata all'adesione del 66,67% del capitale. 


Per l'amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, quella tra l'istituto senese e Mediobanca "è la migliore business combination industriale" possibile, "un'opportunita' strategica incredibile" che creerà "valore per gli azionisti di entrambe le organizzazioni". Rassicurazioni sono stati forniti dall'Ad sulla conservazione di entrambi i brand, che "manterranno le loro competenze e posizionamento unici". Un ruolo fondamentale sara' svolto da alcuni azionisti rilevanti, a partire dal governo che, oltre ad avere i poteri di Golden power, e' tramite il Mef il primo azionista di Mps con circa l'11,7% del capitale. Lovaglio ha gia' anticipato che dal ministero dell'Economia non e' stato "posto alcun limite" al deal Mediobanca e gia' "a dicembre 2022, dopo aver completato l'aumento di capitale da 2,5 miliardi, per la precisione il 16 dicembre, incontrai il ministro dell'Economia per presentare un aggiornamento sulle strategie per il futuro e illustrai 3 opzioni: continuare da soli, fare un'operazione fra pari e un'operazione con Mediobanca. Ora e' il momento migliore", ha spiegato L'Ad. Occhi puntati sugli altri azionisti strategici, presenti nel capitale di entrambi gli istituti, con la banca senese che ha pero' specificato che "non vi sono persone che agiscono di concerto" in questa operazione. Tra i principali soci di entrambe le banche troviamo Francesco Gaetano Caltagirone, che e' azionista sia di Mediobanca (7,76%) sia di Mps (5,026%), mentre la Delfin della famiglia Del Vecchio e' socio di Mediobanca (19,8%) e anche di Mps (9,780%). Andamento opposto per Mediobanca e Mps in Borsa: il titolo del Monte dei Paschi di Siena arretra del 4,70% dopo aver sfiorato anche il -10%, mentre le azioni di Mediobanca salgono dello 6,51% a quota 16,285 euro.

RAINEWS.IT


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