Proseguono i controlli dei Carabinieri nei boschi delle Cerbaie : smantellati altri bivacchi usati da pusher

 Continuano i servizi straordinari di controllo del territorio dei Carabinieri della Compagnia di San Miniato nell’area boschiva delle frazioni di Orentano, Villa Campanile e Galleno nel comune di Castelfranco di Sotto e nella frazione di Staffoli nel comune di Santa Croce sull’Arno  e, più in generale, finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati in tema di sostanze stupefacenti. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Miniato, unitamente a personale delle Stazioni di Castelfranco di Sotto, Santa Croce sull’Arno, San Miniato e Peccioli, con il supporto di un elicottero del 4° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Pisa e del Nucleo Forestale di Calci, hanno svolto un servizio straordinario di controllo del territorio che ha riguardato le propaggini boschive delle “Cerbaie” presenti nel territorio della Compagnia. Nel corso dell’attività sono stati controllati 2 esercizi pubblici, spesso centri di ritrovo di persone d’interesse ed individuati all’inter

Rigassificatore a Piombino : lettera aperta a Snam ( Comitato Salute Pubblica Piombino Val di Cornia )

LETTERA APERTA A  SNAM 

Abbiamo letto l’intervista  all’Amministratore di Snam FSRU, Ingegnere  Elio Ruggeri, pubblicata da Il Tirreno in data 7 luglio, al quale ci permettiamo di fare alcune osservazioni.

Al giornalista che  rileva come a Piombino esista un fronte compatto del NO, poiché considera il rigassificatore come una minaccia, l’Ing. risponde:

“ Sono consapevole che quando si propone un nuovo investimento industriale  in un territorio si  creano dubbi, incertezze, insicurezza”.

A queste parole ci viene subito da sottolineare che trattasi  di un investimento industriale non di poco conto o poca rilevanza, ma di un impianto ad alto rischio di incidente rilevante, disciplinato dalla normativa Seveso III e dalla normativa italiana di cui al decreto 105/2015, normativa che vale per tutte le attività dove avviene la rigassificazione . Non ci sembra questa una particolarità secondaria.

E ancora, l’Ingegnere sostiene che al mondo vi  sono  tanti di terminali di  rigassificazione, sono iper sicuri e non ci sono rischi non controllati né per l’ambiente  né per la popolazione.

Siamo molto preoccupati, invece, perché nel mondo  non ce ne  sono tantissimi e in Italia solamente uno  a Livorno, uno in Adriatico e  uno  a  Panigaglia . Gli incidenti, nel corso degli anni avvenuti in tutto il mondo sono, al contrario, moltissimi. 

A priori quindi non  si possano escludere incidenti  e se la struttura di rigassificazione si trova in un contesto come il nostro:

- vicino ad altri impianti a rischio di incidente rilevante, 

-dentro un porto, 

-vicino alle abitazioni, 

-vicino all'arrivo dei treni, 

-in un porto densamente trafficato da persone,

- vicino a imbarcazioni, 

-dove si svolgono attività industriali, 

in tale contesto, ripetiamo,  anche un incidente minore, può avere conseguenze gravissime.  

Le affermazioni dell’Ingegnere  dovranno trovare spazio e  verifiche  nel Piano di Sicurezza che, ai sensi di legge, la Società è tenuta a predisporre e a sottoporre all’esame del Comitato Tecnico  Regionale(art 6 e 10 decreto 105/2015) ed allora vedremo come saranno accolte quelle   affermazioni da tecnici non della SNAM. 

Siamo certi che se tale progetto fosse sottoposto a VIA-VAS e  ad un attento esame, come prescritto dalla direttiva Seveso III, non potrebbe che essere respinto, tanto è assurda la collocazione del rigassificatore proposta da SNAM, collocazione che risponde a interessi economici aziendali.

Nel piano di sicurezza debbono essere  individuati i possibili incidenti  in relazione al contesto e riportate le previsione per far fronte alle evenienze.

Il Comitato, organo altamente qualificato, potrà fare ispezione del luogo, acquisire dati e approvare o meno il Piano. 

Poiché il Piano di sicurezza è parte integrante del progetto alla città, farebbe piacere conoscerlo, così forse sarebbe più chiaro a tutti di che cosa si parla.

Siamo nell’ambito  degli  incidenti rilevanti, la popolazione dovrà essere informata ai sensi di legge   indicando cosa è tenuta a fare per la propria incolumità. 

L’ingegnere specifica che non c’è nessuna differenza  tra impianti Fsru ( navi galleggianti) e impianti a terra in riferimento  all’attività di rigassificazione, attività che fa “ scattare” l’applicazione di normative  specifiche.

Ha proprio  ragione, nessuna differenza ed è per questo che ai vari impianti  si rendono applicabili  le  normative sui rischi di incidenti rilevanti, pertanto il CTR, a ben esaminare, dovrà prima ancora del Piano di sicurezza, esaminare  la proposta preliminare ed approvare o meno il Piano di fattibilità ex art 17 decreto n.105( Piano preliminare di sicurezza), perché così è avvenuto anche per l’impianto di Livorno che è del tutto simile a quello prospettato per Piombino, che    ha visto trasformare  la  nave metaniera Golar frost in un terminale galleggiante di rigassificazione, ancorato al fondo marino .

Il progetto nel nostro porto, che prevede ancoraggio stabile per anni in banchina, è del tutto analogo. 

E se per Livorno si è passati in primis dal Piano di fattibilità che deve inquadrare l’impianto nel contesto degli elementi presenti,  verificando  preliminarmente  se incidenti possano essere tenuti sotto controllo,  si desume che debba applicarsi analoga procedura, perché la legge sui  grandi rischi non l’ha cancellata nessuno, anzi è espressamente richiamata dal decreto, art.5.  La norma 105/2017 art.17 deve essere interpretata perché, quando parla di nuovi stabilimenti,  riteniamo debbano intendersi sia  quelli in costruzione  come quelli in navi stabili, perché è sulla sicurezza della loro attività, dove e come questa viene svolta, che  la norma vuole garantire.

L’ingegnere ricorda che questi impianti si trovano nei porti di Barcellona e Marsiglia,  porti non  certo paragonabili al nostro, dove non esiste una sola via di entrata ed uscita per traffico commerciale, industriale e passeggeri. Impossibile credere che non vi saranno intralci e rallentamenti alle altre attività  portuali, come non ci convince affatto che l’acqua fredda  con  cloro, gettata in mare, non sia  dannosa per l’habitat marino e gli  allevamenti ittici, abbiamo letto aspetti non rassicuranti a proposito.

Un giornalista alcuni giorni fa ha sostenuto che il cloro fa bene alle cozze e possiamo assicurare che l’ironia dei piombinesi  è corsa veloce sui social e non solo! L'acqua clorata non resterà confinata nel porto di Piombino, dato che non è un lago! 

Vi sono correnti marine che escono ed entrano, vi è un traffico intenso di navi, aliscafi e traghetti, tutto ciò farà in modo che il cloro raggiunga, con la sua azione desertificatrice, tutto il golfo di Follonica.

Con quale serenità pensa la Società  che la città abbia appreso  dell’istanza  rivolta ad un periodo di 25 anni? 

Ricordiamo che interviste dal Ministro in giù hanno sempre parlato di una soluzione transitoria, uno o due anni, per altro ugualmente inaccettabile. 

L’ingegnere sostiene che  se proprio la città  non la  vuole,  è disponibile  verso altra soluzione. Quale?  Risposta: “la  sposteremo non appena saranno pronte le infrastrutture altrove”. Quindi nessun piano B all’orizzonte. Obiettivo di esercizio inizio aprile 2023. 

A Livorno, tra prove e contro prove, pareri, verifiche, piani di fattibilità, piani di sicurezza  e  con l’impianto in alto mare, ci sono voluti 12 anni per l’esercizio, circa 8 anni per il rigassificatore in Adriatico. Da noi? Qualche mese, ma siamo in urgenza….

Ah, ci siamo accorti che nell’elenco dei pareri e degli organi interessati alla procedura, resi noti dal Commissario,  non è stato menzionato il Comitato Tecnico Regionale, quello che deve istruire il Piano di fattibilità e  Piano di Sicurezza, ecco, vogliamo ricordarlo  al nostro   Governatore e non solo a Lui.

 La società Snam fa il  proprio lavoro, ma chi ci amministra avrebbe dovuto trovare soluzioni meno impattanti e preoccupanti per una comunità, l’urgenza non giustifica il  non ascoltare i territori.

Si leggono previsioni anche di politici che parlano di avvio in esercizio a primavera prossima, ma tra istruttoria  sulla sicurezza, piano preliminare e definitivo, tra valutazioni ambientali che comunque andranno esaminate, tra verifiche sui rumori, scarichi, emissioni, non crediamo che  davvero  tutto o quasi tutto sia scontato. Anzi siamo sicuri che risulterà impossibile installare tale impianto nel porto di Piombino. 

Infine, siamo convinti che la scelta del GNL a livello Nazionale sia sbagliata, vi sono altri mezzi per risolvere veramente la crisi energetica!

Il Comitato Salute Pubblica Piombino Val di Cornia


Commenti