- Ottieni link
- X
- Altre app
Livorno : appello contro l' apertura della discarica del Limoncino da parte del Comitato dei residenti
- Ottieni link
- X
- Altre app
Gli anni di lotte, le manifestazioni, i presidi continui, le lotte legali.
sempre nella totale sicurezza di essere dalla parte giusta, nonostante le vessazioni continue.
La trasversalità nella partecipazione dei cittadini.
E delle varie forze politiche che negli anni, si sono rese conto di quanto sia folle questo progetto.
L'impegno in massa a manifestazioni e presidi in difesa dell'ambiente e del futuro. Impongono agli amministratori, alla politica di mettere definitivamente la parola fine su quel progetto assurdo, nato vecchio e pericoloso
per il futuro di tutt*
che è la discarica sulle colline Livornesi.
(Riprendiamo un riassunto da un vecchio post di due anni fa ma che purtroppo è tristemente attuale)
PROTEGGIAMO LE COLLINE LIVORNESI, STOP ALLA DISCARICA DEL LIMONCINO!
Recentemente è stata concessa dalla Regione l'autorizzazione a procedere alla discarica della Gaetano Bellabarba & C. S.R.L., presso l'ex cava del Monte La Poggia in località Limoncino. Questo al termine di un procedimento giudiziario che si protrae ormai da anni, durante il quale sarebbero emerse gravi collusioni tra il Pubblico e il privato, nonché omissioni circa l'impatto ambientale e la reale tipologia di rifiuto da conferire nel sito.
Per questi motivi, nel 2011 la discarica (ormai completata e prossima all'inaugurazione) viene posta sotto sequestro preventivo (https://iltirreno.gelocal.it/.../sequestrata-la.../amp/). Nel decreto di sequestro viene riportato quanto emerso dalle indagini: in particolare si legge che a fine 2008 l'addetto dell'Unità operativa "Rifiuti e bonifiche" della Provincia di Livorno che aveva partecipato al procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale della discarica, anziché astenersi (essendo il nipote del progettista e direttore dei lavori della stessa discarica), avrebbe espresso parere favorevole, omettendo inoltre le illegittimità urbanistiche del progetto.
Nei mesi seguenti viene rilasciata dalla Provincia l'Autorizzazione Integrata Ambientale che di fatto autorizzava la realizzazione della discarica, ignorando la pericolosità geomorfologica del luogo (inserito in classe 4 "pericolosità elevata") e la mancata presentazione di un progetto di impianto di captazione e gestione dei gas da discarica. Altre gravi discrepanze ci sarebbe state per quanto riguarda la tipologia di rifiuti da conferire in discarica, che da"rifiuti speciali non pericolosi inerti e inorganici" del progetto presentato dalla ditta, in seguito sono magicamente diventati "rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi non reattivi con basso carico organico e biodegradabile" (sempre in assenza di un progetto di impianto di captazione dei gas).
Diverse frane si poi sono verificate nei pressi dell'impianto: in particolare, una del maggio 2010, di maggiore entità, attirò l'attenzione della III Commissione della Provincia in quanto venne attribuita dal direttore dei lavori alle eccezionali precipitazioni avvenute tra aprile e giugno di quell'anno. Dati che non trovarono nessun riscontro nei dati ufficiali forniti dal LAMMA, che dichiarò invece che nel periodo aprile-giugno 2010 le precipitazioni furono piuttosto scarse, ad eccezione, quello si, del mese di maggio, ma che furono comunque inferiori ai termini assoluti (escludendo di conseguenza le precipitazioni dalle cause degli eventi franosi).
Venne inoltre ignorata la distanza dal centro abitato (molto modesta) e la collocazione dell'impianto in un luogo di interesse ambientale, storico e culturale, facente parte del Parco delle Colline Livornesi e per questo sottoposto a stretti vincoli ambientali.
Il pm aveva quindi chiesto la condanna dei 4 indagati per reati ambientali ed abuso d'ufficio (un anno e 2 mesi per l'imprenditore Federico Bellabarba, per l'ingegnere Antonio Rafanelli firmatario del progetto e per Reginaldo Serra, il Dirigente dell'Unità di Servizio "Tutela dell'Ambiente" della Privincia; un anno 3 mesi invece vengono chiesti per Andrea Rafanelli, nipote di Antonio Rafanelli e addetto dell'Unità operativa "Rifiuti e bonifiche" della Provincia).
La vicenda si conclude del 2014 con l'assoluzione dei 4 indagati: il progetto viene definito "conforme" e vengono smentiti i reati ambientali (https://iltirreno.gelocal.it/.../discarica-limoncino...)
Tuttavia la discarica ad oggi non è ancora attiva grazie alla forte opposizione dei residenti e dei proprietari dei terreni che, aggrappandosi all'ultimo cavillo legale, tentano da anni di impedire il passaggio dei mezzi pesanti nella piccola strada di proprietà privata che collega la discarica alla Strada Provinciale.
È IMPORTANTE per tutta la comunità che questo progetto non prosegua ulteriormente, l'impianto non è ancora operativo anche se è pronto ad ospitare i rifiuti.
Non possiamo permettere che il nostro bosco si trasformi in un'altra discarica a cielo aperto! Abbiamo il dovere di far valere i nostri diritti ed impedire a degli speculatori di toglierci un'altro pezzo di natura!
Il diritto alla salute dei cittadini e la protezione dell'ambiente sono più importanti dei profitti a discapito dell'ecosistema e della serenità delle persone.
Ci rivolgiamo dunque a tutti coloro che sperano in un futuro diverso per la città e per questi luoghi particolari, che sono tra i pochi ancora "salvi" dall'urbanizzazione selvaggia (vedi Parco Levante e Borgo Magrignano, ormai inghiottiti dal cemento).
Il Parco Provinciale delle Colline Livornesi, che prossimamente sarà promosso a Riserva Naturale Regionale, deve rimanere libero da rifiuti e fonti inquinanti e noi, che viviamo ed amiamo questi luoghi, abbiamo il dovere di proteggerli.
COMITATO NO DISCARICA DEL LIMONCINO
LIVORNO
Commenti
Posta un commento