L' ARPAT RISPONDE AD UN LETTORE DEL CORRIERE FIORENTINO : " NON CI OCCUPIAMO D' INTERFERENZE ELETTRICHE "

ARPAT non si occupa di interferenze elettriche
22/12/2018
In merito alla lettera del sig. G.V. pubblicata il 18/12/2018 sul Corriere Fiorentino dal titolo “Io, le interferenze e un inutile giro di mail” dobbiamo necessariamente fare alcune precisazioni per evitare il diffondersi di informazioni distorte.

La Direzione Ambiente del Comune di Firenze con nota pervenuta il 6/12/2018 ha chiesto ad ARPAT la misurazione dei campi elettromagnetici a seguito di una segnalazione del sig. G.V., che lamentava problemi di malfunzionamento di alcuni termometri e sensori presenti nella propria abitazione e supponeva una relazione con i sistemi di trasmissione della vicina stazione radio base Telecom.

L’Agenzia ha risposto al Comune e per conoscenza al Ministero dello Sviluppo Economico – Ispettorato Toscana che:

• l'analisi delle cause della disfunzione segnalata non rientra tra le competenze di ARPAT in quanto non è un problema ambientale attribuibile ai campi elettromagnetici prodotti dagli impianti di telefonia mobile che operano a frequenze comprese tra circa 800MHz e circa 2600MHz, diverse da quelle di funzionamento di eventuali apparecchiature elettriche;

• il problema poteva essere sottoposto alla verifica di tecnici specializzati per individuare interferenze con apparecchiature locali che impiegano frequenze di tipo collettivo di libero uso (art. 105 del D.Lgs 1/8/2003 n. 259).

Risulta evidente che, diversamente da quanto indicato dal sig. G.V., ARPAT non ha affermato che “analizzare eventuali disturbi Telecom non era di sua competenza” ma che si trattava di una disfunzione non attribuibile ai campi elettromagnetici prodotti dagli impianti di telefonia mobile, come Telecom, dato che questi ultimi operano a frequenze diverse da quelle di funzionamento di eventuali apparecchiature elettriche, quali quelle indicate dal segnalante.

La verifica su malfunzionamenti di apparecchiature/impianti che potrebbero impiegare frequenze di tipo collettivo di libero uso può essere richiesta a tecnici specializzati presenti presso gli ispettorati regionali del Ministero a cui possono essere richieste informazioni più dettagliate in merito. Rientrano in questa tipologia di dispositivi gli impianti di radioamatori, ma anche - ad esempio - molti altri apparecchi presenti nelle abitazioni, quali impianti wi-fi, cancelli ad apertura automatica, giocattoli elettrici per bambini, ecc.. Tutti questi apparecchi operano a frequenze più basse rispetto a quelle delle stazioni radio base ma sono in grado di interferire con le apparecchiature elettroniche di cui parla il sig. G.V..

Il fatto che vi sia una ripartizione di competenze tra diversi soggetti pubblici non rappresenta un limite, ma una ricchezza per la Pubblica Amministrazione ed anche per la società, permettendo di ottimizzare e specializzare le risorse disponibili.

Siamo convinti che questa precisazione abbia chiarito la posizione di ARPAT e invitiamo, comunque, a leggere sul nostro sito Web le informazioni pubblicate con riferimento alle competenza di questa Agenzia in materia di campi elettromagnetici http://www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/campi_elettromagnetici, nonché le risposte a domande frequenti (FAQ) tra cui anche il caso segnalato dal sig. G.V. http://www.arpat.toscana.it/urp/risposte-a-domande-frequenti/campi-elettromagnetici/esposizione-ai-campi-elettromagnetici#interferenze.
ARPAT TOSCANA

Commenti