LIVORNO : LEGAMBIENTE CHIEDE AL SINDACO DI CHIUDERE L'INCENERITORE

Finalmente anche il circolo livornese di Legambiente si è espresso sulla vicenda incresciosa dell'inceneritore di Livorno, costruito 50 anni fa e ormai completamente inutile. Legambiente Livorno chiede la chiusura dell'impianto "prima possibile" anche in considerazione "dei costi del necessario revamping", cioè oltre 20 milioni di euro che verrebbero spalmati sulla Tari che pagano i cittadini. Resta da chiarire al circolo locale di Legambiente una serie di concetti che non ci sembra siano stati ancora recepiti correttamente: 1) utilizza ancora il termine "termovalorizzatore", mentre Legambiente nazionale dichiara ufficialmente che "il neologismo solo italiano di termovalorizzatore è solo una tipica operazione di greenwashing"; 2) afferma che il nostro territorio sarebbe privo sia di impianti di riciclo che di "recupero energetico": in realtà il "territorio" di riferimento è, per legge, quello della Toscana costiera, ch

Inchiesta Keu concluse le indagini : 26 indagati , trema il Palazzo Rosso in Toscana


L'inchiesta Keu si è conclusa nei confronti di 26 indagati, tra "imprenditori anche collegati all'articolazione 'ndranghetista dei Gallace di Guardavalle, esponenti politici e dirigenti di enti pubblici" e di 6 persone giuridiche.


Il secondo avviso di conclusione delle indagini per l'inchiesta Keu nei confronti dei 26 indagati e di 6 persone giuridiche riguarda "i delitti di associazione a delinquere finalizzata alle attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e l'inquinamento ambientale, di corruzione anche in materia elettorale e di indebita erogazione di fondi pubblici ai danni della pubblica amministrazione, di falso e di impedimento del controllo da parte degli organi amministrativi e giudiziari".


La Procura distrettuale antimafia ha mosso, inoltre, "la contestazione in ordine alla responsabilità degli enti per illecito amministrativo da reato commesso dai propri rappresentanti, direttori e preposti". Una parte significativa delle investigazioni ha riguardato la gestione dei rifiuti, specificamente dei reflui e dei fanghi industriali, prodotti nel distretto conciario ubicato tra le province di Pisa e di Firenze.


La Procura ipotizza l'esistenza di un sistema che vede coinvolti l'Associazione Conciatori e i singoli consorzi, "consapevoli, nell'ambito del rispettivo ruolo, dal conferitore allo smaltitore dei rifiuti prodotti, di far parte di un circuito collaudato e strutturato, tanto che i soggetti di vertice di quello che appare essere un 'sistema' figurano anche nelle compagini societarie o amministrative delle società coinvolte".


"Il comparto industriale della concia delle pelli - spiega il procuratore aggiunto Tescaroli - rappresenta un settore di particolare impatto ambientale la cui gestione illecita provoca conseguenze in termini di contaminazione dei siti e dei corpi ricettori nei quali vengono recapitati gli scarichi e dei suoli nei quali vengono riutilizzati i rifiuti, fittiziamente recuperati o sottoposti a procedure di gestione insufficienti. Gli esiti investigativi inducono a ritenere che il meccanismo costruito che avrebbe dovuto assicurare un riciclo praticamente totale dei rifiuti prodotti dal comparto, con un conferimento in discarica sostanzialmente residuale, di fatto non raggiunge il risultato di ottenere un ciclo che recupera i rifiuti efficacemente e lecitamente".


"Alla stregua dell'ipotesi investigativa, il peso economico del comparto associativo menzionato ha consentito ai suoi referenti di avere contatti diretti che vanno oltre i normali rapporti istituzionali con esponenti politici e amministrativi di più Enti Pubblici territoriali, che a vario titolo hanno agevolato in modo sostanziale il sistema", osserva sempre il procuratore Tescaroli.


Nel corso del mese di aprile 2021 erano state eseguite sei misure di custodia cautelare (una in carcere e cinque agli arresti domiciliari) e sette misure cautelari di interdizione dall'attività imprenditoriale (eseguite simultaneamente con quelle di cui al primo procedimento), due sequestri preventivi di impianti di gestione di rifiuti e un provvedimento di sequestro per equivalente per oltre 20 milioni di euro, che sono stati confermati in sede di gravame.


Il legame tra Keu e settore orafo

In una nota la Procura distrettuale antimafia delinea quelli che sarebbero i legami tra il settore conciario e quello orafo:  le indagini sui due fronti "sono risultate connesse in quanto entrambi i flussi dei rifiuti contaminati avevano una medesima destinazione verso lo stesso impianto di produzione di materiali inerti venduti poi come materie prime".


L'indagine, infatti, ha consentito di scoprire una prassi particolarmente insidiosa: "quella di declassificare i rifiuti pericolosi e le ceneri dei fanghi di depurazione contaminati, facendoli figurare come se fossero rifiuti recuperabili nella lavorazione di materiali inerti per l'edilizia, così da consentire un occultamento dei rifiuti più inquinanti provenienti dal comparto conciario (ceneri contaminate da elevatissime concentrazioni di cromo) e dal comparto orafo (fanghi cancerogeni ed ecotossici contaminati da arsenico, boro, selenio) e causare anche gravi eventi di inquinamento ambientale, essendo quei rifiuti ceduti a terzi ignari e utilizzati come materie prime in terreni agricoli, in fondazioni per attività edilizie residenziali, in ripristini ambientali, in opere infrastrutturali, quali strade e aeroporti".


Secondo il procuratore aggiunto Luca Tescaroli, "la gravità dei fatti contestati emerge anche da preoccupanti risultati delle analisi delle acque di falda che risultano essere state a contatto con tali rifiuti. Naturalmente, l'ipotesi d'accusa dovrà essere vagliata nel prosieguo del procedimento penale".



La Direzione Distrettuale Antimafia fiorentina ha coordinato e svolto le indagini con l'ausilio della Dna e il supporto investigativo di più articolazioni dei Carabinieri di Firenze: Nipaaf del Gruppo Carabinieri Forestali, Comando per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica (Noe), Ros sezione anticrimine, Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura di Firenze.

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