LIVORNO : LEGAMBIENTE CHIEDE AL SINDACO DI CHIUDERE L'INCENERITORE

Finalmente anche il circolo livornese di Legambiente si è espresso sulla vicenda incresciosa dell'inceneritore di Livorno, costruito 50 anni fa e ormai completamente inutile. Legambiente Livorno chiede la chiusura dell'impianto "prima possibile" anche in considerazione "dei costi del necessario revamping", cioè oltre 20 milioni di euro che verrebbero spalmati sulla Tari che pagano i cittadini. Resta da chiarire al circolo locale di Legambiente una serie di concetti che non ci sembra siano stati ancora recepiti correttamente: 1) utilizza ancora il termine "termovalorizzatore", mentre Legambiente nazionale dichiara ufficialmente che "il neologismo solo italiano di termovalorizzatore è solo una tipica operazione di greenwashing"; 2) afferma che il nostro territorio sarebbe privo sia di impianti di riciclo che di "recupero energetico": in realtà il "territorio" di riferimento è, per legge, quello della Toscana costiera, ch

Ferrari: “L’attività del Comune è per la tutela del territorio. Viene da chiedersi quale sia l’obiettivo di Ascolta Piombino”



Per accusare l’assessore Carla Bezzini di incompetenza e poca coerenza ci vuole coraggio, il coraggio di qualcuno che, evidentemente, non ha più le stesse priorità di questa amministrazione, ovvero la tutela dell’ambiente e dei cittadini. Quindi, la domanda sorge spontanea: adesso di chi rappresenta gli interessi Ascolta Piombino se non difende i cittadini e il bene del territorio?


L’ufficio Ambiente sotto la guida di Carla Bezzini è riuscito a raggiungere risultati impensabili su progetti di bonifica fermi da decenni e questo è un dato insindacabile. Le discariche di Poggio ai venti, sulle quali la consigliera Bartolini si concentra nella mozione che ha presentato, erano abbandonate da oltre vent’anni a causa dell’incompetenza di chi ci ha preceduto nell’amministrare la città. Su quelle due discariche dismesse, abbandonate e incontrollate, non erano stati fatti neanche i monitoraggi prescritti dal Ministero e ora, grazie al lavoro dell’assessore, ci avviamo verso un bando europeo attraverso il quale saranno affidati i lavori di bonifica. Per fare ciò ci siamo dotati del supporto di un soggetto specializzato: è incomprensibile cos’è che scandalizza così tanto Monica Bartolini. Probabilmente avrebbe preferito continuare ad attendere un intervento della Regione o del Ministero invece di ammettere che questa amministrazione sta veramente lavorando per far rinascere un territorio per troppo tempo abbandonato a sé stesso.

Infatti, la titolarità della bonifica di Poggio ai Venti, anni fa, era già in capo al Comune che, però, dopo aver sprecato qualche milione, si era autocommissariato dichiarando di non essere in grado di eseguire le bonifiche. Noi abbiamo ripreso in mano i progetti e avviato i necessari percorsi per riprendere la titolarità dell’intervento ed eseguirlo. Tra l’altro, quando la giunta ha approvato le delibere Riccardo Gelichi, espressione di Ascolta Piombino, era assessore. Non solo, aveva la delega ai Lavori pubblici, proprio quel settore da cui abbiamo trasferito l’incombenza delle bonifiche per destinarle all’ufficio Ambiente e che avrebbe potuto farsi carico di questo lavoro ma non l’ha fatto. Ma questo Monica Bartolini si è ben guardata da sottolinearlo.

Inoltre, pare che Ascolta Piombino sia male informata: anche il percorso per la bonifica dei sei siti inquinati che menzionano nella mozione è già stato avviato. Anzi, due di quei siti sono già stati bonificati mentre per gli altri quattro siamo in attesa di una risposta da parte del Ministero.


Per quanto riguarda Rimateria, invece, altro tema sollevato dalla mozione, questa amministrazione ha perseguito l’obiettivo che la città le ha consegnato: evitare che Piombino diventasse sinonimo di rifiuti. Quella società privata era indebitata fino al collo a causa della mala gestione di chi l’ha guidata e della politica che ne ha avallato le scelte scellerate. Ci sarebbero state opzioni diverse dal fallimento? È probabile, ma la decisione non è stata e non poteva essere del Comune. Certo è che una di queste soluzioni alternative non poteva essere un accordo, come caldeggiava l’allora assessore Gelichi che, per inciso, si è opposto strenuamente a quella variante urbanistica voluta dai cittadini e che faceva parte del nostro programma elettorale condiviso anche da Ascolta Piombino.


Questa giunta e, quindi, anche Carla Bezzini, antepongono la tutela dell’ambiente e dell’interesse collettivo a qualsiasi altro: se per Monica Bartolini e Ascolta Piombino questo è un motivo per chiedere le dimissioni c’è davvero da domandarsi chi difendono visto che, è evidente, la tutela della città e dei cittadini non è il loro obiettivo.


Francesco Ferrari, sindaco di Piombino

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